Abbiamo scelto due libraie indipendenti per porre loro le stesse domande su questioni che riguardano il proprio mestiere molto da vicino. Maria Parafati lavora alla libreria Parole di carta dal 2 dicembre 2013, a Chiaravalle Centrale, in provincia di Catanzaro. È gestita unicamente da lei, insieme ai suoi figli piccoli, che le danno una mano. La maggior parte dei titoli è stato scelto tra le pubblicazioni di case editrici indipendenti.
L’altra libraia è Filomena Grimaldi, che gestisce la libreria Controvento dal 2013, a Telese Terme, in provincia di Benevento. Ha reso partecipi i lettori dell’apertura della libreria passo dopo passo, raccontando del colore da mettere alle pareti, la disposizione degli spazi in libreria e la scelta del nome. Anche lei dà valore alle pubblicazioni delle case editrici indipendenti.
Che rapporto hai instaurato con le persone del tuo quartiere?

Maria: “Nemo propheta in patria”. Chiaravalle Centrale è un paese in continuo spopolamento, ospita ormai 4000 anime. La libreria è frequentata specialmente da bambini dei paesi limitrofi. È luogo di incontro e divertimento, punto di riferimento per genitori.
Filomena: Ho cercato prima ancora di aprire la libreria, di instaurare un rapporto, di creare una rete con le persone del posto, non solo di Telese, ma anche dei paesi limitrofi. Un mese prima di aprire ho fatto una festa di preapertura, la libreria era ancora vuota, niente libri e scaffali, una festa solo per i futuri lettori, per i curiosi, per le associazioni e per tutte le persone attive. L’idea era raccogliere proposte e desideri, idee e necessità, stimoli per pensare a progetti futuri e per capire che forma dovesse prendere il mio catalogo.
Cosa pensi della legge Levi?
Maria: La legge Levi è inutile già quando viene rispettata.

Filomena: Non è una legge perfetta, ma un freno allo sconto selvaggio ci voleva. Mi si potrebbe rispondere che più sconti, danno più libri per i lettori, ma è vero solo nel breve periodo; nel lungo periodo invece, più sconti (online) e meno librerie indipendenti, quindi siamo sicuri che con meno librerie aumenta il numero dei lettori? Le librerie indipendenti (la gran parte) non sono solo dei posti fisici in cui si comprano i libri, sono luoghi in cui puoi trovare cose che non stavi cercando, la serendipità che Amazon non può darti perché quello che ti propone si basa su un algoritmo basato sulle tue scelte precedenti e non sul caso.
Autori, progetti pensati per il territorio, un presidio per il quartiere o il paese in territori in cui sono sempre mancate biblioteche, soprattutto al sud, anche questo può fare una libreria indipendente.
Se mai dovessi chiudere la mia libreria, vorrei fosse perché non sono stata in grado né di rispondere alle necessità dei lettori né di fare proposte sensate, e non perché Amazon fa sconti che io non posso permettermi. Vorrei che fosse solo colpa mia. Comprendo che il lettore forte non sarà d’accordo con me, vuole tutto e pagarlo il meno possibile. Ma ripeto, è una faccenda da valutare nel lungo periodo: quando le librerie indipendenti saranno costrette a chiudere. Qui sparirebbero quattro gruppi di lettura, un luogo con 14 mila titoli, progetti con le scuole, laboratori, incontri, finirebbe tutto.
Per uno sconto.
Fai sconti sui libri?
Maria: I clienti possono usufruire della tessera fedeltà.
Filomena: No.
Raramente propongo un 10% (perdendo il mio margine…) su un nuovo editore che introduco nel catalogo per aumentarne la visibilità. Ho un piccolo reparto al 15%, si tratta di titoli che proprio non voglio mettere in resa, con quel piccolo sconto spero di dare loro un’altra possibilità.

Secondo te di cosa hanno bisogno i librai italiani?
Maria: Non solo i librai, l’Italia tutta ha bisogno di fondi alla cultura. Penso alle biblioteche scolastiche (qui inesistenti), alle agevolazioni sull’acquisto dei libri, al sostegno e finanziamento delle iniziative per far interagire le librerie con le scuole, ecc. Bisogna ripartire dalla cultura come bene primario.
Filomena: È difficile questa domanda, ho lavorato in posti diversi, città diverse, e in ogni posto avevo bisogno di cose diverse. Ma ci provo.
Mi piacerebbe che si parlasse di più e meglio di libri in tv e sui giornali, anche e soprattutto di editori indipendenti. Rimpiango trasmissioni come Totem e 42° Parallelo. Cultbook della Rai va in onda in orari improbabili e solo sui canali satellitari.
Mi piacerebbe che ci fossero più bandi pubblici per affitto di locali commerciali. L’affitto del locale è un costo insostenibile per una libreria, questa voce mangia quasi tutto l’incasso.
Nel 2013 a Milano giunta Pisapia c’è stato un bando di questo tipo, stavo per partecipare, poi decisi che la mia libreria dovevo aprirla a casa mia. Nel locale per cui volevo partecipare, oggi ha aperto una libreria, so che fa un grande lavoro per il quartiere. Senza quel bando… non ci sarebbe.
Poi, ci vorrebbero più biblioteche.
Se ci fossero, soprattutto al sud dove quasi non ce ne sono, ci sarebbero di sicuro più libri e più lettori.

Secondo te può essere utile creare una rete di librai indipendenti della stessa città?
Maria: Una rete di librai è utilissima per abbassare i costi di gestione, ottimizzare i tempi di servizio al cliente, creare eventi.
Filomena: Fare rete è sempre la scelta migliore, condividere saperi ed esperienze, ma non solo tra librai, l’ideale sarebbe mettersi in rete anche e soprattutto con le altre attività che operano nello stesso quartiere/territorio.
Qual è il libro più bello che hai letto ultimamente?
Maria: Cenerentola ascolta i Joy Division di Romeo Vernazza, Tempesta Editore.
Filomena: Carne viva, di M. Tierce, edito da Sur. L’ho finito a metà settembre e per un po’ non sono stata in grado di trovarne un altro. Ne ho iniziati a decine…
Poi ho fatto un piccolo riordino dell’editore Playground e mi sono ricordata che di Helen Humphrey non avevo letto Cani selvaggi… lo sto leggendo ora, un altro libro bellissimo. Per tornare a quello che ho scritto sopra, mi piacerebbe che questi due editori Sur e Playground dal catalogo così interessante, trovassero più spazio in tv e sui giornali, i lettori che ancora non li conoscono, farebbero una grande scoperta.
Intervista a cura di Lorena Bruno, @lorraine_books
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