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Il senso civico di chi compra nelle librerie indipendenti: l’intervista a Maddalena Fossombroni della libreria Todo Modo

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Pietro Torrigiani e Maddalena Fossombroni

Maddalena Fossombroni gestisce la libreria Todo Modo di Firenze insieme a Pietro Torrigiani. Si tratta di uno spazio indipendente che si distingue per l’accurata selezione di testi, per gli ambienti ampi ‒ con gradoni di legno circondati dai libri ‒ e per gli eventi culturali: decisamente uno dei luoghi più importanti della vita culturale fiorentina. Quest’anno Maddalena fa parte della giuria del concorso Racconta un libraio e l’ho intervistata per saperne di più sulla sua storia, sul suo rapporto con il genere del racconto e su cosa pensa del suo mestiere.

Raccontaci la tua storia di libraia.

Devo dire che la mia storia di libraia è cominciata nell’infanzia come frequentatrice di librerie, andavo sempre con mio padre alla storica libreria Seeber, diretta all’epoca da Paolo Milli, la mia passione per i libri è nata lì. La mia conoscenza della letteratura contemporanea deriva dalla collaborazione con varie case editrici per un programma di residenza per scrittori (Castello in Movimento) di cui mi sono occupata fino allo scorso anno oltre a essere stata nel comitato di Santa Maddalena Foundation. Inoltre insieme a Ilide Carmignani curo da sei anni un seminario professionale per traduttori (Traduttori in Movimento), la conoscenza dei quali mi ha aiutato tantissimo per la selezione dei libri e a valutare le traduzioni, dato importantissimo per i classici. Sono in contatto con molti traduttori che continuamente mi suggeriscono mille autori da far conoscere al pubblico, sono i consulenti ideali della libreria. Per creare Todo Modo ci siamo ispirati alle bellissime librerie che abbiamo visitato a Buenos Aires, prima di aprire la libreria abbiamo costituito una società, circa due anni prima nel 2013, questo tempo ci ha permesso di costruire la bibliografia piano piano insieme agli autori che conosciamo, ai nostri soci, due dei quali sono editori. Poi, prima di aprire, ho lavorato in una libreria per bambini, la Cuccumeo di Firenze, dove ho incontrato ottime libraie.

Quando abbiamo aperto il primo impianto c’erano dei bollini verdi che contrassegnavano le bibliografie fatte da 50 autori contemporanei; poi non abbiamo pubblicizzato chi aveva consigliato questo o quel libro, però è stato bello perché l’impianto è rimasto. La libreria si costruisce anche ascoltando chi la frequenta; siamo cresciuti e migliorati attraverso i nostri clienti che sono fantastici.

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Com’è il rapporto col quartiere?

Col quartiere non è molto forte perché quello di Santa Maria Novella quasi non esiste, purtroppo. Il centro si sta svuotando e questa è l’unica nostra grande tristezza. I clienti del quartiere sono generalmente anziani; i giovani vengono di proposito, non perché abitano nelle vicinanze. Negli anni abbiamo iniziato a lavorare con clienti che vengono da tutta Italia, che si fermano a Firenze e che passano da qui per visitare Todo Modo.

Ma quindi chi è il cliente tipo della libreria?

Il Todomodiano tipico è un lettore curioso. Non abbiamo solo fiorentini, ma periodicamente vengono a trovarci clienti da Prato, Pistoia, Livorno una volta a settimana o ogni quindici giorni, sono molto affezionati. Poi c’è tutta una serie di persone che lavorano qui ma non abitano qui e poi i fantastici clienti della prima ora alcuni dei quali sono anche i nostri consulenti. Secondo me la libreria indipendente è invincibile perché è in grado di modulare la propria proposta in base agli stimoli che vengono dai clienti che sono lì a raccontarti aneddoti, libri letti etc., tanti più consigli avrai tanto migliore sarà la tua offerta libraria: se questi clienti-consulenti ci segnalano una serie di uno scrittore cinese sconosciuto, ad esempio, noi leggiamo i libri e se ci piacciono li consigliamo a nostra volta. Questo in una libreria di catena è quasi impensabile. I libri che sono proposti sono solo quelli la cui casa editrice ha finanziato una posizione di rilievo sugli scaffali.

Secondo te di cosa hanno bisogno i librai italiani in termini di leggi?

In termini di leggi? Per esempio applicare la legge, perché ho una serie di clienti, che sono lettori forti a cui riesco a fare uno sconto del 10%, mentre la Feltrinelli fa sistematicamente il 15% o il 25% di sconto su alcuni testi; è chiaro che per chi compra a questo ritmo sarebbe un risparmio enorme: come faccio a competere? La normativa non mi tutela. Se ci fosse un prezzo fisso gli editori potrebbero anche abbassarlo, per come stanno ora le cose, i librai indipendenti non hanno tutele. Ci sono alcuni clienti che hanno una certa consapevolezza civica che fanno questo ragionamento: non risparmio un euro ma lo do alla mia libreria, perché io ne risparmio uno, ma ne do 14 al libraio e quindi lo sostengo: questo è un atto politico. Per evitare tutto questo basterebbe applicare la legge.

Sei una lettrice di racconti?

Sì, sono anche una cultrice della lettura del racconto. Mi piacerebbe tanto fare dei corsi per insegnare a leggerli, perché spesso vengono letti male. C’è una lettera di Cortázar che spiega come leggere i racconti: l’errore che fanno tutti è quello di prendere un’antologia e leggerla dall’inizio alla fine. Invece lui dice che ci deve essere unità di luogo e tempo, iniziare a leggere un racconto, finirlo, quindi fare altro per poi tornare a leggere un altro racconto in un altro momento; i racconti non vanno letti come fossero romanzi. Il racconto è forse la formula contemporanea della narrazione, è attualissimo. C’è ancora molta diffidenza nei lettori, però, nei confronti di questo genere letterario.

Una raccolta che consiglieresti?

Consiglierei un racconto, L’inseguitore di Cortázar, edito da Sur e ritradotto da Ilide Carmignani. Si tratta della storia di Charlie Parker, pubblicato singolarmente, che va letto tutto d’un fiato.

Costa stai leggendo?

Sto leggendo circa 32 libri, ne citerò meno! Sto rileggendo con piacere Leggenda privata di Michele Mari, che è il mio autore italiano preferito.

 

Intervista a cura di Lorena Bruno

4 pensieri su “Il senso civico di chi compra nelle librerie indipendenti: l’intervista a Maddalena Fossombroni della libreria Todo Modo”

  1. Probabilmente sarebbe anche utile cominciare a discutere del ‘senso civico’ e degli ‘atti politici’ delle librerie (indipendenti e non), visto che un libraio, se resta senza lavoro, non trova, in tutta la penisola, che offerte di lavoro part-time e under 29 ( quando va bene) …

    1. Sì, Pasquale, le librerie sono molto, molto in difficoltà da anni, ecco perché è così difficile trovare posto come libraio. Non si tratta di senso civico, secondo me, ma di mancanza di possibilità concreta di assumere.

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