Mattia Garavaglia Bookdealer
Editoria, Essere librai, La parola al libraio

Bookdealer: il rispetto del lavoro e il valore del libro. Mattia Garavaglia racconta l’e-commerce delle librerie

Fonte: Bookdealer.it

Bookdealer è l’e-commerce delle librerie indipendenti che si pone come alternativa per chi voglia sostenerle pur acquistando online. Abbiamo scelto di raccontarlo attraverso due interviste ai fondatori: Mattia Garavaglia, libraio alla Libreria del Golem di Torino, e Leonardo Taiuti, uno degli editori di Black Coffee; questo ci ha permesso di trattare l’argomento dal punto di vista di entrambe le figure della filiera. Ecco l’intervista a Mattia Garavaglia.

Come nasce Bookdealer?

Da un’idea di Leonardo Taiuti durante il lockdown, da numerose telefonate e conversazioni in cui Leonardo rappresentava l’intuizione, la teoria, e io diciamo la sostanza, il riscontro con il reale. L’obiettivo era creare un gruppo di persone giovani e preparate per dare vita a una maniera non stantia di fare questo lavoro, ripensando anche a un nuovo storytelling; nasce quindi come progetto concreto, non vago, come talvolta accade nei progetti che hanno a che fare coi libri per quell’idea un po’ dura a cadere che siano qualcosa di sognante, romantico.

Direi che è un’idea basata su esigenze reali che tiene conto anche dei nuovi modi di lavorare con i libri, attraverso i social e la comunicazione online. Prendendo ad esempio la mia libreria (Golem, Torino), mi sono reso conto che non si ferma più alla porta fisica del negozio, ma è idealmente estesa a tutta la città: Bookdealer fa un po’ questo, non si pone contro Amazon come Davide contro Golia, ma ha lo scopo di far conoscere le indipendenti, di portarle a raggiungere nuove porzioni di mercato.

Come ha influito il lockdown su questo progetto?

Essendo un’idea di Leonardo nata proprio durante la quarantena, il lockdown ha influito molto. Ci siamo resi conto che le persone si sono affezionate, che la stranezza del periodo ha portato alla luce un gran bisogno e anche una forte volontà nei lettori, e le consegne fatte proprio dai librai in persona era un valore aggiunto di grande interesse. Ci sono stati aumenti di fatturato notevoli per alcune librerie, casi di vendite triplicate. Il lockdown è stato una specie di banco di prova e ci ha spinto a considerare bene questa idea delle consegne, a trovare un modo per renderla sistematica. È stato anche l’alibi per provare a innovare la figura del libraio.

Come si aderisce e cosa è richiesto al libraio che desideri aggiungere la propria libreria?

In realtà è semplicissimo: basta avere una libreria (ride, ndr), un codice ATECO per commerciare libri e un iban per essere pagati. E, naturalmente, aver voglia di fare un lavoro in più. Ognuno sceglie come porsi e come gestire il proprio profilo, faccio un esempio: ci sono librerie molto attive e presenti, (una tra tante la Confraternita dell’uva), che interagiscono proponendo titoli, novità, percorsi di lettura: a questo tipo di librerie sono arrivati tutti ordini di libri che loro avevano consigliato; a librerie che ancora non hanno iniziato a interagire sono capitati molti ordini di libri introvabili, e questo potrebbe essere un po’ lo specchio di quanto valga la presenza, lo spirito di ciascuno.

Quali sono le differenze tra essere su Bookdealer e su un qualsiasi altro e-commerce?

Ci sono delle differenze strutturali, ad esempio Amazon ha un magazzino centrale enorme, Bookdealer è più un aggregato di giacenze.

Rispetto a grandi distributori come appunto Amazon, ma anche Ibs e Libraccio, che hanno tra l’altro un unico proprietario, si pone come una costellazione di esperienze, e non come un trust. Direi che la principale differenza è che rispetta il mondo del lavoro, che si propone di tutelare le librerie, non dando qualcosa in più ma corrispondendo il valore esatto. È un e-commerce fatto di persone, dove ha un valore reale il consiglio mirato, che è poi la prerogativa del vero libraio. Mi spiego: gli altri e-commerce generano consigli automatici che alla lunga lasciano il tempo che trovano; anche su Amazon ci sono i consigli, ma sono consigli generati dai cookies. Questo tipo di consigli ti mantiene in una perenne comfort zone, che è secondo me la cosa più terribile che possa accadere alla lettura. Inoltre, rispetto agli altri e-commerce, c’è il discorso dello stretto legame tra online e negozio fisico: è capitato che nascesse un’affezione tra utenti e libraio avvenuta online, che poi si tramutava nel venire fisicamente in negozio. E una delle sfide è anche che si capisca questo, che Bookdealer è un’estensione del negozio fisico.

Foto di Ashley Byrd

Come funziona la percentuale di guadagno su Bookdealer?

Se un libro costa 18 €, al libraio spetta esattamente quell’importo; quell’euro e 90 in più invece sostiene il progetto. La filosofia di Bookdealer non è quella dello sconto, poiché spesso nel mondo del libro dove c’è uno sconto esagerato c’è una violazione dei diritti del lavoratore, ma è quello di dare vita a un’esperienza umana, ciascun libraio ad esempio può scegliere di eliminare quell’1,90, a fronte di un ordine di tanti libri.

Lo sconto per un libraio è problematico, ma il significato del gesto dello sconto si può esprimere in tanti altri modi: aggiungendo un libro a sorpresa in un pacco, inviando un pacco per un valore superiore di quello pagato, fino a veri e propri regalini come è avvenuto durante le consegne entro la rete urbana nel periodo della quarantena, anche il gesto amicale di fare arrivare coi libri cappuccino e brioche. Quello che ci preme è tutelare un lavoro dando nel contempo un servizio ottimo, curato, veloce, a fronte di una spesa minima, la cifra sopracitata.

Cosa succede se un libro richiesto da un utente non si trova fisicamente in libreria? Incide sui tempi di consegna?

Tendenzialmente, se un libro non è in libreria accade quel che succede di solito nel negozio fisico: dipende sempre dal tipo di libro richiesto e dalla libreria: se un utente richiede a me un libro specifico su tematiche LGBT, può darsi che io me lo debba fare arrivare, ma sempre a Torino chiedendolo a Nora Book & Coffee, che è una libreria tutta dedicata al tema, la spedizione partirebbe immediatamente. Quindi sta anche un po’ al lettore, impratichendosi, avere un’idea di dove trovare cosa, ovviando così ai tempi di attesa. In ogni caso a seconda dei distributori e della comodità del grossista mi sentirei di fare una media di 3 giorni, dove come sempre le tempistiche sono a carico delle librerie e dell’intraprendenza di ciascuno. L’idea, anche qui, è un po’ privilegiare il consiglio del libraio, lo scambio con il lettore: mi richiedi quattro libri? L’ultimo non ce l’ho? Te lo ordino, ma nel frattempo te ne consiglio altri due simili, o che potrebbero piacerti in base a quello che mi hai chiesto.

Quali scelte può fare il libraio rispetto al catalogo?

Ovviamente sarebbe una follia caricare tutti i titoli, anche perché questo darebbe vita a una creatura ipertrofica. Bookdeaker è agganciato ad Arianna (software gestionale per librerie/ banca dati per operatori del libro, ndr), ma non può, come fa Amazon, controllare tutte le disponibilità: ogni libraio esercita la completa libertà di organizzare la propria proposta, perciò si potrebbe dire che il catalogo di ciascuna libreria di Bookdealer funziona principalmente attraverso un sistema di consigli e percorsi di lettura – molto elaborati e dettagliati ad esempio quelli della libreria Book Morning di Genova. È un modo per portare in primo piano una volontà: la traccia del libraio, orientare il lettore proponendogli la sua selezione.

In più ogni libreria ti comunica quello che non tratta, ed è uno dei motivi per cui da Golem per citare la mia non partono ordini di libri di Altaforte.

Come pensi si evolverà il progetto/come ti sembra il contesto in cui viene a inserirsi?

Questa è la domanda che spero sempre mi sia fatta perché non so come rispondere, è un controsenso, ma è vero.

Dai giornali sembra che il mondo del libro sia in crisi: si leggono tutti i giorni statistiche preoccupanti, articoli allarmanti sui cali di fatturato e sulla sorte del libro e delle librerie; in realtà il lockdown ci ha insegnato che a ben guardare sono le grandi librerie, le librerie di catena, quelle con enormi giacenze a essere in crisi. Ma è sorto un nuovo terreno per le piccole. Le indipendenti hanno cercato di reimmaginarsi, hanno imparato a coccolare il lettore anche online, ancora un pelo in più che di persona, attraverso la cura, la dedizione, la qualità della carta da pacco o di un segnalibro, una cartolina, una frase vergata a mano dedicata proprio a te, contro l’impersonalità di una scatola e una bolla anonima che ti vengono spesso quasi lanciati per star dentro i tempi di consegna. Il contesto è dinamico, fa ben sperare il rapporto molto stretto con le case editrici. Perciò ecco, penso che se i librai si impegnano, avrà un futuro molto buono. Che è anche il motivo per cui ci ho investito dei soldi!

A questo link si trova l’intervista all’altro cofondatore di Bookdealer, Leonardo Taiuti.

La foto in evidenza è tratta dal Corriere Torino.

Intervista a cura di Teodora Dominici

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