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Cosa si fa con un libro? Si vende – La parola al libraio

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Giovedì 6 novembre siamo stati al primo evento del ciclo di incontri “Cosa si fa con un libro?” organizzato dal blog Via dei Serpenti; il primo protagonista è stato un libraio indipendente, Marco Guerra della libreria romana Pagina 348. Nell’accogliente saletta di Altre vie, nel quartiere romano della Garbatella, Emanuela D’Alessio di Via dei Serpenti ha conversato con lui di libri e di un mestiere che oggi presenta molte più difficoltà di quanto non facesse anni fa.

L’incontro si è aperto con la lettura di qualche pagina del libro L’Atlante delle isole remote di Judith Schalansky, scelto da Marco Guerra, una bellissima raccolta di brani che parlano di isole sperdute che hanno storie insolite e affascinanti.

Guerra è libraio da 22 anni, cerca di portare avanti la libreria seguendo le orme paterne, ma con la necessità di aggiornarsi continuamente per tener testa al momento difficile che i librai indipendenti stanno attraversando in Italia, dove si legge poco e i librai spesso sono soli.

«Quando una libreria indipendente chiude non interessa niente a nessuno − dice Guerra non posso difendere tutta una categoria, probabilmente certi librai che hanno chiuso dovevano chiudere per certi errori commessi nella conduzione della libreria. A me piace quando i piccoli editori si fanno vedere in libreria attraverso il rappresentante o di persona, non bastano i PDF via mail: il libraio deve vedere il libro, leggerlo, ci vuole un po’ di cura nella promozione. Basterebbe fare dei bei libri, un bel libro è una cosa sincera, e quindi lo puoi consigliare con sincerità in modo efficace. Se la nostra libreria è aperta è anche perché la gente si fida di noi e di quello che consigliamo».

«Oggi apriresti la libreria?», chiede Emanuela D’Alessio. «Ci penserei su», risponde Guerra. Descrive il proprio lavoro come uno faticoso, in cui si guadagna poco per la fatica e la passione necessari, specie per i librai indipendenti. La sua libreria è a conduzione familiare, e insieme si decide quali titoli scontare, promuovere, quali esporre in vetrina. Un libraio deve stare sui social: a lui non piacciono particolarmente, ma vede la loro utilità, alcuni funzionano in modo efficace, come un profilo su Youtube, che permette a chi non può raggiungere la libreria di vedere un estratto video degli incontri che organizzano con gli autori.

Parla di suo padre, di come nel 1992 ebbe l’intuizione di aprire la domenica mattina, in un quartiere residenziale in cui si lavora tutta la settimana e la domenica si ha il tempo per una passeggiata e per una puntatina in libreria.

Il mestiere del libraio è complesso, deve seguire le novità, deve decidere se incontrare un rappresentante di questa o quell’altra casa editrice, deve scegliere quali libri tenere, il taglio da dare alla libreria, deve saper stare a contatto col pubblico. In un quartiere residenziale si conoscono un po’ tutti, ad esempio, e molti clienti consigliano libri meravigliosi. Lo scambio costante con i clienti è importante quand’è a doppio senso: un bravo libraio deve saper capire quale sia il testo che può piacere, e deve avere coraggio di consigliare un libro, non importa se sia famoso, lo diventerà.

I librai coraggiosi sono anche quelli che dicono apertamente cosa non gli piace, per esempio a Guerra non piace Baricco, l’ultimo di Rastello, I buoni e Addio Monti di Masneri.

Non può mancare una domanda sull’ebook, cosa ne pensa il libraio, ha in mente di dare la possibilità ai clienti di scaricare libri digitali nella sua libreria? Guerra risponde di no, perché l’ebook non ha avuto il successo di vendite che ci si aspettava e perché è qualcosa di lontano da una libreria, quindi per lui inconciliabile con la propria attività.

«Il libraio non è un mestiere per vecchi − dice il libraio Guerra− le librerie sono luoghi in cui ci si incontra, oltre a quello in cui si vendono libri», dice, e infatti alla libreria Pagina 348 si organizzano presentazioni di libri e altre iniziative come corsi di scrittura creativa; Marco Guerra adora andare alla ricerca di nuovi talenti, leggeva Malvaldi molto prima del grande pubblico, ricorda, e ora sembra avere lo stesso trasporto per Fabio Bartolomei, autore pubblicato da Edizioni e/o. Il giorno seguente, non a caso, Marco Guerra ha ospitato in libreria una delle sue rare presentazioni, in cui si è parlato di Lezioni in paradiso, l’ultimo romanzo dell’autore.

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Foto di Lorena Bruno

Si è trattato di un incontro informale, sebbene affollato, in cui Bartolomei ha raccontato del suo libro, rispondendo alle domande di chi in quello spazio sta anche frequentando il suo corso di scrittura creativa. Dei librai Bartolomei dice: «Non puoi non stimare quelli che hanno una piccola libreria e devono scegliere cosa tenere sugli scaffali, gli vuoi subito bene».

È stato molto bello vedere così tanta gente in libreria, c’erano molte famiglie con bambini che si aggiravano tra sedie e scaffali, mostravano alcuni libri ai loro genitori, in silenzio; un frugoletto di pochi mesi dormiva in un passeggino. Saranno futuri lettori.

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