Sempre più spesso cerco librai con cui fare due chiacchiere, in questi mesi ne ho incontrati tanti e ho scoperto persone meravigliose, creative, che aprono la libreria a chi voglia farne un luogo d’incontro, sono scrigni di libri bellissimi che non abbiamo ancora letto. E così ho capito che, a parte i problemi relativi all’affitto, agli sfratti e al calo delle vendite, a volte si aggiunge la difficoltà di non riuscire a fare rete.
«Conosco i librai della città, ci riuniamo, ma non riusciamo a fare rete tra noi, è come se ognuno rimanesse arroccato nella propria libreria», mi racconta una libraia catanese. E io penso alla Lim, cui si sono associati i librai indipendenti milanesi, penso ai librai sardi, come Patrizio Zurru e Aldo Addis, che hanno capito che bisogna lavorare di concerto con tutti quelli che fanno parte della filiera del libro.
A una libraia romana chiedo cosa ne pensa della possibilità di fondare un’associazione delle librerie romane, che valorizzi l’individualità di ognuna e che dia visibilità agli eventi organizzati nelle librerie associate. Mi risponde che sarebbe molto bello ma che non sa chi potrebbe farlo, perché non riesce a fare rete con i librai della sua città, anche se ogni esercizio lavora col suo quartiere e Roma di quartieri ne ha tanti, spesso distanti fra loro. «Siamo talmente distanti alle volte che non potremmo nuocerci a vicenda, eppure non riesco a collaborare con loro».
La crisi si è fatta sentire dovunque, molte librerie storiche hanno chiuso e di certo questo avrà influito su chi svolge un mestiere molto difficile, soprattutto in questi anni. A cosa può essere dovuta questa difficoltà, oltre che alla crisi? Quali sono le cause?
«Abbiamo cominciato a organizzare eventi, siamo disposti a cambiare», mi dice questa libraia, ha capito che il suo mestiere deve andare oltre quello che è sempre stato e lei lo fa da vent’anni.
Penso sia questa la nuova sfida per i librai, come se non bastassero quelle che affrontano quotidianamente. Cari venditori di libri, state insieme, soprattutto adesso. Trovate il modo di unire le forze.
Mi torna in mente una poesia che a prima vista potrebbe sembrare che parli di tutt’altro, si chiama Keeping Christmas, di Henry Van Dyke, su come far sì che sia Natale ogni giorno. Il segreto è la solidarietà tra gli uomini e l’ultimo verso dice:
But you can never keep it alone.
Lasciando perdere la questione del Natale, il senso è:
E se puoi fare degli straordinari gesti di solidarietà per un solo giorno, perché non per sempre?
Ma non ci riuscirai mai se ci provi da solo.