Essere librai, Racconta un libraio, Senza categoria

“Noi ci schieriamo: questo è il nostro modo di fare le libraie”: parla Michela Sfondrini del Coordinamento uguali doveri di Lodi

Uno dei tre luoghi fisici in cui si è svolta la raccolta fondi a favore delle famiglie straniere di Lodi è la libreria Sommaruga. La libraia racconta il rapporto fra il suo mestiere e l’impegno civile

 

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Da settimane continua la protesta contro il regolamento imposto dalla sindaca di Lodi Sara Casanova, che ha reso impossibile alle famiglie straniere usufruire degli sgravi previsti per la mensa e del bus scolastico, causando dunque molte rinunce. Una delle fondatrici del Coordinamento uguali doveri, che ha raccolto 60 mila euro, è Michela Sfondrini.

Come nasce il Coordinamento uguali doveri?

È nato in maniera del tutto spontanea con le persone hanno partecipato a una prima protesta promossa dalla comunità egiziana il 14 settembre; abbiamo manifestato contro il regolamento voluto dalla sindaca Sara Casanova; erano presenti anche i gruppi consiliari delle opposizioni che da tempo denunciavano l’iniquità del regolamento: in quell’occasione ci siamo dati appuntamento per il giorno dopo e poi il giorno dopo ancora. L’obiettivo iniziale era quello di prendere contatto con le famiglie della città toccate dal regolamento. L’atteggiamento delle famiglie è stato molto dignitoso: in tanti hanno sacrificato l’iscrizione a causa del costo, e hanno deciso di affrontare le difficoltà che ne sono conseguite, come accompagnare i figli a scuola pur abitando a chilometri da qui.

Che atmosfera c’era al presidio, ieri?

Bellissima. Sono state 13 ore belle senza alcun professionista della manifestazione: i membri del Coordinamento si sono alternati fino alle otto e mezzo di sera; pur non essendo numerosissimi tutto il tempo, in certi orari è stata molto partecipata: chi usciva dal lavoro, chi da scuola, chi veniva da fuori: in tanti hanno manifestato solidarietà ed è stata una gioia ritrovare le famiglie straniere per chiedere un confronto in modo trasparente: è stata un’occasione persa. Abbiamo suonato 6 volte e ci è stato sempre risposto che non c’era la sindaca, né gli assessori. Penso che questa mancanza di disponibilità al confronto, questo sfuggire alla relazione sia davvero un brutto segnale.

36063248_1996474090385641_8818572760776179712_oQual è il rapporto fra questa protesta e la gestione della libreria Sommaruga?

Io e Alda, siamo socie da quasi 20 anni e abbiamo sempre condiviso un’idea della vita e del lavoro. Tenere in piedi una libreria indipendente è difficile, impegnativo, il bello di questo mestiere è però un certo margine di libertà che si può conquistare: la libreria è la nostra seconda casa. Ci siamo schierate in altre occasioni, abbiamo manifestato nell’ambito della campagna Verità per Giulio Regeni, per esempio, e anche in altre iniziative in cui ci riconoscevamo. Questo è il nostro modo di fare le libraie. Siamo due persone che di fronte a un accadimento del genere hanno deciso di mettersi a disposizione, abbiamo uno spazio fisico, la libreria si trova in centro, così ci siamo dette “diventiamo uno dei tre luoghi fisici dove può essere attivata la raccolta fondi”: per noi è stata una cosa naturale, non potremmo lavorare in modo distaccato, con un atteggiamento neutro.

Chi sono i lettori della libreria Sommaruga?

Lettori che, negli anni sono diventati amici veri, sono lettori affezionati, che amano parlare con noi dei libri che leggono; sono anche lettori che abbiamo visto crescere: i genitori compravano loro i libri quando avevano pochi mesi e oggi vengono con la fidanzata, si iscrivono all’università e animano moltissime iniziative che si svolgono da noi. Altri ancora sono persone arrivano a Lodi accidentalmente, attenti al fatto che il valore della libreria va oltre il prezzo di copertina di un libro.

Come si muoverà il Coordinamento: quali saranno i prossimi passi?

Sono tutti da inventare, ci sarà una riunione domani sera alle 21, dopo quella definiremo tutto.

Intervista a cura di Lorena Bruno

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